venerdì 27 settembre 2013

La rivincita delle bionde

P.S. Questo in origine doveva essere un post sugli eco-fake. Ma alla fine mi sono accorta che stavo andando in tutt'altra direzione e quindi bon

Oggi sono in vena di chiacchiere. Sarà che f i n a l m e n t e sono usciti gli orari dei corsi dell'Università e ora sento di avere uno scopo nella vita. Sìììì!! 
Questa è stata una settimana dura dove mi sono demoralizzata un sacco per un sacco di cose, per l'università in primis, perché anche se non sembra la scelta di continuare gli studi -umanistici, per di più- al giorno d'oggi è tutt'altro che scontata. Ed è proprio per questo che mi sono avvicinata in punta di piedi all'idea di iscrivermi alla specialistica, in realtà sono convinta al 90% ma bisognare ricordare che io sono l'ansia fatta persona, QUINDI molto spesso prima di una nuova impresa confondo la gioia/eccitazione con la paura. 
Anzi con il puro terrore. Tipo quando da piccola non dormivo la sera prima di andare a Gardaland, mi veniva la nausea dall'agitazione, avevo il groppo in gola e facevo gli incubi e insomma mi vivevo malissimo anche l'esperienza del parco divertimenti, povera stellina!
Perciò questa settimana mi sono lasciata un attimino prendere dal panico all'idea di fare la pendolare per questo primo semestre, di dover seguire i corsi con dei tizi che vengono tutti dalla stessa triennale e sembrano fare gruppo tutti solo loro, tutti insieme (mi sentirò esclusa? riuscirò a farmi degli amici?) e hanno tutti quest'aria saccente e antipatica. 
Il giorno della presentazione dei corsi quando sono entrata in aula mi hanno guardato malissimo solo perché so abbinare i colori e non ho la forfora come loro e i miei capelli hanno degli splendidi riflessi color miele. 
Ma vi rendete conto? 
Discriminata per il colore dei miei capelli. 
Mi sono sentita come Reese Whiterspoon quella volta. Vabbeh. 
La mia amica Black swan mi ha anche consigliato di portarmi una bustina di forfora posticcia e di spolverarla sulle spalle prima di entrare in aula, giusto così per sentirmi una di loro e non essere messa da parte. 
Ma guarda te cosa mi tocca fare.

Insomma questa è tutta gente (stranamente più maschietti che femminucce, e meno male, al liceo in classe eravamo solo ragazze e ho visto scene di isteria collettiva che sembrava di essere finite nel film 300, in mezzo agli spartani) che viene da Studi storici e che pur non avendo mai fatto filologia, si è iscritta ma pensa un po' te alla magistrale in filologia. 
Comunque ora ho capito che c'è poco da preoccuparsi (e non lo dico per un'ipotetica sindrome da prima della classe, è giusto così per non sentirmi proprio l'ultima) viste le domande non poco banali fatte al professore, poste tra l'altro in modo abbastanza discutibile "no ppperché c'è, volevo sapere come mi devo muovere con sta roba dei crediti liberi" 
STA ROBA? 
Come mi devo muovere? 
Allora tesoro ti devi muovere che ora ti alzi, esci a vai a imparare l'italiano che ne so leggendo un quotidiano, un libro, quello che ti pare basta che non sia di Federico Moccia o cose così. Ti stai rivolgendo a un professore di università, e non a Marco Columbro di Sei forte maestro, non hai 8 anni. 

Quindi dai che ce la possiamo fare. 
Oh ma possibile che questi secchioni del corso debbano essere tutti dei roiti? 
E io che già fantasticavo riguardo una love story tra i banchi di scuola e a studiare insieme e a uscire dalla biblio per la pausa caffè e intanto sbaciucchiarci. Ma mi sa che coi mallopponi da 12 crediti che ci ritroviamo da studiare, sarebbe un po' impossibile portare avanti la nostra relazione. 
Peccato.  

E ora scusate ma c'ho da iniziare a leggermi il Decameron e devo trovare entro tempo utile della forfora sintetica in cui avvolgermi come fosse il mantello dell'invisibilità di Harry Potter. 

Si accettano suggerimenti.





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